TERAMO – E’ un ‘mezzogiorno di fuoco’ alla Gary Cooper quello che Gianluca Pomante, candidato sindaco di movimenti civici teramani, vuole con i "vecchi tromboni della politica". Non su una polverosa strada del Nuovo Messico ma… sulle scalinate del Duomo, in piazza Martiri, «in un giorno qualsiasi, per confrontarci davanti alla gente e davanti al popolo della Rete, in diretta streaming, sulla possibile formazione di una grande coalizione e sulle possibili soluzioni per risollevare le sorti della nostra Teramo». Pomante abbandona per un attimo il suo ‘aplomb’ di moderato per mettere la parola fine alla rincorsa al più attendibile nome di un candidato Pd ma anche alle «pressioni sul sottoscritto e su alcuni amici, con metodi a dir poco discutibili, per convincerci a compiere una scelta che nessuno ha intenzione di fare». Ritenendo che "fughe di notizie" e “concomitanti pressioni" abbiano una regia ben precisa, «non necessariamente di sinistra ma probabilmente di sinistra e maldestra», Gianluca Pomante ribadisce che «non parteciperà alle primarie del Partito democratico». Perchè «sono già il candidato sindaco dei movimenti civici di Teramo – scrive Pomante – e non intendo venir meno all’impegno assunto con i miei amici, né fare un passo indietro che verrebbe interpretato, giustamente, come una svendita dei miei ideali in cambio di una poltrona», perchè le primarie – aggiunge – «in assenza di candidati seriamente intenzionati ad assumere l’impegno o riciclandone alcuni solo per far numero, sono una farsa che offende l’intelligenza degli elettori e la dignità degli interessati», perchè. infine, «sono il modo migliore per consentire agli avversari di inviare i loro galoppini a votare in massa il candidato peggiore e delegittimare il migliore». Il candidato sindaco dei movimenti civici sa di non piacere «ai vecchi tromboni, perchè é poco malleabile, perché non é in vendita, perché ha posto condizioni di trasparenza e correttezza». «Non sono in vendita», sottolinea, e respinge ogni accordo «se ragionate ancora conla vecchia logica, quella che ci ha portato al degrado e alla devastazione attuali». Da qui l’invito a una disfida pubblica, «a Piazza Martiri, sulla scalinata del Duomo, a mezzogiorno di un giorno qualsiasi, in pubblico e senza la mediazione ed il filtraggio sistematico di testate amiche. Portate le vostre idee, se ne avete. Ma a una condizione: che facciate prima pulizia totale al vostro interno». Ci permetterà l’irriverenza l’avvocato Pomante, se il suo ‘mezzogiorno di fuoco’ ce lo fa paragonare al Will Kane del miglior film western mai prodotto: quello sceriffo non ottenne grande seguito nella sua coraggiosa iniziativa di radunare, contro una banda di fuorilegge, i cittadini che difendeva. Vinse da solo quei banditi ma abbandonò la città festante, allontanandosi con la sua Lei in calesse, gettando la stella da sceriffo nella polvere.
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